PER UNA MADRE ALGERINA
T’ho pensata l’altra sera,
madre sconsolata dei figli
tuoi orbata.
Nel tuo volto bello e scavato
Del tuo popolo letto ho il passato.
Maledette religioni: dividono regni,
separano nazioni,
uccidono i giovani, non risparmiano
i vecchi e, dentro, i cuori
son sempre più secchi.
Chi grida Allah, chi Manitù e
Chi fa finta di non capir Gesù,
mentre Maria si strugge vieppiù.
Vorrei starti vicino almeno
Un giorno, o madre sconsolata,
dirti di me e delle mie pene,
bere con te un sorso d’acqua,
lavarti al mattino le ferite
del cuore, mescere insieme
il nostro dolore;
berlo pian piano in noci di cocco
all’ombra di palme di secoli antiche;
guarire nell’Oasi le nostre ferite.
Ultimo aggiornamento (Lunedì 20 Aprile 2009 11:34)